mercoledì 18 agosto 2021

IL SIGNORE DEI NOVE INFERNI - estratto da LORD OF THE DAWN di Tony Shearer

 

Continuando la lettura di questo meraviglioso testo sulla storia di Quetzalcoatl (il primo pezzo lo trovate tradotto QUI) mi fa piacere tradurne altri stralci significativi. Tony Shearer, qui rappresentato con il flauto che suonava ai fiumi morenti e con alle spalle la Pietra del Sole, era un Lakora mezzosangue che scelse nella sua vita di stare dalla parte dei perdenti, degli Indiani e delle popolazioni indigene dell'America Centrale. La sua toccante storia, che probabilmente riporterò più avanti nel blog, è stata attraversata dalla Profezia di Quetzalcoatl, il portatore di cultura, profezia che ispirò tanto anche José Arguelles nella formulazione della Convergenza Armonica, evento che diede inizio ad un percorso di risveglio della coscienza collettiva. Si tratta della Profezia che trasporta il sogno di un nuovo mondo, a cui l'umanità giunge dopo aver attraversato 13 cicli di Paradiso (ciascuno di 52 anni) e 9 cicli di Inferno, questi ultimi iniziati il 21 aprile 1519, quando Cortès mise piede in Messico, che si conclusero il 16 agosto 1987. Si parla di Profezia come di uno stato di coscienza di pura visione, che apre alla possibilità di accettare che l'immaginazione sia una guida, una realtà reale tanto quanto ciò che consideriamo oggettivo. In nome dell'apertura ad un mondo nuovo traduco intanto il penultimo capitolo de IL SIGNORE DELL'ALBA, così che ciascuno noti quanto sia importante unire, mettere insieme, compattare, consolidare la visione.

IL SIGNORE DEI NOVE INFERNI

Scorsero fiumi di lacrime attraverso il Messico dal Cuore della Terra. Fiumi di sofferenza, fiumi di dolore, "Oh mio Dio, la tua acqua di pietre preziose è caduta, l'alto cipresso si è trasformato in un uccello quetzal, il serpente di fuoco si è trasformato in un serpente piumato."

Tenochtitlan è caduta, l'impero degli Azechi caduto come una foglia di pioppo nella brezza montana, affondando nel Lago Tezcoco. 

La profezia del Signore dell'Alba si è completata. Ad Oaxaca, a Mitla, non lontano dall'Albero della Vita, parlò il giovane Sacerdote Mixtec assicurando di sapere cosa stesse veramente accadendo. Disse "Sta ora arrivando la fine. Abbiamo completato l'Intero Cerchio, il nostro mondo è finito. Come è successo prima di noi, anche noi passeremo. Le stelle stanno cadendo dal cielo, l'acqua perde sapore, anche la rosa avvizzisce in questo tetro momento. La terra è avvolta dal fuoco, il sole sta perdendo la sua luce, la luna ora cala nel suo bagliore finale. Tutto è compiuto, tutto è finito, malattia e carestia attanagliano il nostro popolo, la paura si insinua nei sogni, nel nostro mondo, la nostra terra è morta."

Ma il vecchio Bibliotecario, il Grande Veggente, disse: "No, non è vero, non è ciò che sta accadendo e non è così che andranno le cose. Ecco com'è la situazione in realtà: Abbiamo attraversato 13 paradisi, un'epopea di tredici cicli di 52 anni. Per il primo paradiso eravamo puri e semplici. Non sapevamo nulla e nulla veniva messo in dubbio. I doni di Madre Terra appartenevano a tutti i viventi. I doni erano di chi li prendeva. Ma abbiamo reso le cose complesse, abbiamo dato ad essi  un valore di scambio ed ogni paradiso successivo è diventato più restrittivo. Noi eravamo più coinvolti nelle nostre creazioni che con Madre Terra ed i suoi doni. Lei non è cambiata, lei è sempre la stessa bellissima sfera che era all'inizio. I doni ancora sgorgano dalla sua carne, e ancora li dona tutti ai suoi figli. Noi siamo cambiati. Forse non tutti sono cambiati, forse non tutti hanno dimenticato. 

Abbiamo completato i Tredici Paradisi, ora entreremo nei Nove Inferni, ora le cose cambieranno. Signori stranieri con dei stranieri sono arrivati con grandi poteri. Essi non comprendono nulla di noi né desiderano veramente conoscere le nostre storie. La nostra storia. Imporranno la loro modalità su di noi e noi li ascolteremo e crederemo loro. Altrimenti moriremo. Molti di noi moriranno comunque. Poco importa ciò in cui crediamo. Coltiveremo i nostri raccolti per loro, faticheremo nei campi per loro. Suderemo nei negozi per loro. Abbandoneremo i nostri Dei per loro. Prevarranno i loro santi, i loro libri sacri, le loro profezie. Le nostre verranno considerate bambinate. I nostri templi verranno sostituiti dai loro, i nostri altari pure, i nostri luoghi sacri diventeranno luoghi di mistero per loro. Essi, questi stranieri, conoscono molto meno Madre Terra di noi, e se ne prendono ben poca cura. Ma il Creatore ha un grande piano, e ciò che questi stranieri non sanno, o ciò che hanno dimenticato, verrà ricordato prima della fine del Nono Inferno. Vedete, le loro profezie sono anche le nostre, i loro libri sacri sono anche i nostri libri sacri ed i nostri appartengono anche a loro. I discendenti di questi stranieri scaveranno nella polvere a caccia di indizi su ciò che noi siamo, su ciò che ora sta venendo distrutto. Preparatevi alla morte,  giovani uomini e donne dell'Ordine del Signore dell'Alba, perché il Signore dei Nove Inferni è arrivato, il suo nome è Tezcatlipoca."

Si stima che la popolazione del Messico tra l'istmo di Tehuantepec e la Valle del Messico fosse tra i venti ed i ventotto milioni di persone al tempo della conquista. Un Inferno dopo, cinquantadue anni dal tempo in cui Cortès sbarcò a Veracruz, la popolazione di quella parte del Messico si ridusse a meno di un milione di persone. La fine non arrivò con la Conquista Spagnola perché gli Spagnoli, come i Padri Pellegrini e i fondatori di Jamestown, furono in verità meri esecutori di una profezia stesa tanto tempo fa. I veri segreti di quella profezia non erano noti solo nell'Antico Messico, e neanche ristretti alle Americhe: la gente, gli uomini sacri, i custodi dei libri, discepoli delle varie Manifestazioni in ogni parte del mondo conoscevano parti di quella profezia, e al meglio delle proprie possibilità essi si prepararono per affrontare la sfida. 

Tezcatlipoca era il suo nome in Messico ma egli è conosciuto ovunque nel mondo. E' sempre stato il dio dei guerrieri, il dio dei ladri, il dio dei bigotti, il dio dei sacrifici di sangue, il dio dell'orrore e il dio delle ciancie. E' colui che ruba l'anima a chi lo segue. La filosofia di Tezcatlipoca è esemplificata in questa citazione in "Aztechi, il Popolo del Sole" di Alfonso Casos: " Fin da giovane, era il primo ad arrivare alle feste quando gli dei tornavano, nel mese di Teotlec. Rapì la moglie del vecchio Tlaloc, Xochiquetzal, dea dei fiori e dell'amore, di cui egli disse: 'Credo che sia veramente una dea, che sia molto bella e delicata, la avrò, non domani, né il giorno dopo, né quello successivo, ma proprio ora, in questo momento, perchè io in persona sono colui che decreta e comanda che sia così. Io sono il Giovane Guerriero che splende come il sole e possiede la bellezza dell'aurora."

La filosofia di Tezcatlipoca è diretta e senza frasi fiorite. Stupro, omicidio, furto, menzogna, controllo, torture, chi è d'accordo con lui sta bene, chi vuole starne fuori, soffre. E quegli uomini santi, custodi del libro, sapevano che il 21 aprile 1519 non era la venuta di Tezcatlipoca. Era in verità il giorno in cui egli iniziò a operare. Egli è un grande maestro e prima della fine del Nono Inferno se la toglierà e tutti noi saremo sorpresi vedendo chi sia in realtà.

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