sabato 7 marzo 2020

GRANDI CONGIUNZIONI ASTROLOGICHE NEL GIORNO DELLO SPECCHIO BIANCO AUTO-ESISTENTE, KIN 238 - ENTRIAMO NELLA SOLITARIETA', L'ARTE DI STARE BENE CON SE STESSI

Opere di Catrin Welz-Stein


Nel Cielo Astrologico di oggi si assiste ad una serie di fenomeni particolari che portano ad una sorta  di resa dei conti: Sole congiunto a Nettuno in Pesci (17/18°, la tendenza a illudersi, ma anche la capacità mistica che allarga gli orizzonti degli eventi); Luna Nera congiunta al grado a Chirone in Ariete (04°, la spinta individualista a difendere i propri confini); Venere congiunta ad Urano in Toro (02°/03°, la possibilità di aprirsi a nuovi stati di coscienza che bucano lo strato di paura e mostrano in qualche modo un oltre diverso, che eleva lo stato d'animo pesante).
Tutto questo accade nel giorno dello Specchio Bianco Auto-Esistente, giorno 4 dell'Onda dell'Aquila Blu, che insegna a dare una forma alle immagini che vediamo emergere dentro di noi. Come sempre, è un confronto diretto con noi stessi. Gli Archetipi Planetari non lasciamo spazio ad altro. Le contingenze esterne spingono, anche se troppo forzatamente, alla solitarietà, al ricercare la compagnia di sé, chiudendo i ponti con il mondo esterno. E allora stiamo in questo. Stiamo con noi e prendiamoci cura di ciò che c'è dentro. Non siamo isole, viviamo dentro un acquario chiamato collettivo mentale, i nostri pensieri sono i pensieri di tanti, le nostre emozioni sono le emozioni di tanti. Tempo di rendersene conto e di discernere la fonte del nostro sentire, lasciandoci spazio per notare gli automatismi. Quando mai avremmo potuto avere un confronto così ravvicinato con ciò che c'è?
In questo weekend di fermo, di osservazione, di nuoto dentro il mare del panico latente, lasciamoci trasportare in contatto ancora più stretto con noi stessi, rendendoci conto se stiamo contribuendo alla crescita della paura, o se riusciamo a mantenerci al centro. Prendiamoci cura del nostro sentire, accogliamo i nostri stati interiori, accettiamo le nostre idiosincrasie. Notiamo le nostre tenere fragilità, proviamo compassione per quella parte delicata, cercando di fiorire anche grazie ad essa. E' una nuova bellezza che sta emergendo. 
In lak'ech!

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